about her

About Antonella Iovino

Born in Livorno in 1961, Antonella Iovino completed her studies in Verona, the city where she lives and works.

It was during her high school years that her passion for photography began with experiences in the darkroom, a passion that will follow her every moment of her life.

In September 2009, she exhibited at the Palazzo della Ragione in Verona, as part of Onirica Festival.

In April 2010, she exhibited at the Obra Social Caja Madrid, in Barcelona, in Domestic; in December of the same year, at the Centro Internazionale Scavi Scaligeri in Verona, in Premio Città di Verona.

In 2011 she is present at the exhibition Veronette, a collective art event at the monumental Porta del Vescovo, also in Verona.

In 2012 she participates, at MiMa International District in S. Maria di Zevio (VR), in the collective exhibition What About/Photo Portfolio Lab; in October, she is present with the works of Domestic at the Biennal de Fotografia Xavier Miserachs, Palafrugell (Girona); she exhibits at the Spazio San Giorgio Arte Contemporanea in Bologna, in Collettiva di Fotografia IMMAGINA.

She receives the FIAP Honorable Mention, at the Exposed International salon of digital photography FIAP – Federation Internationale De L’Art Photographique, 2012.

In 2023 she is present at the Women’s Collective JAS – Just Another Stage, at the Manica Lunga of the Castello del Monferrato.

l’arte di antonella iovino

Antonella Iovino non fa fotografie, ma conosce attraverso la fotografia. Lo strumento fotografico, attraverso il quale esprime la propria arte, è il suo senso aggiunto, il sesto senso che le consente di intelligere, leggere dentro la realtà per com-prenderla, afferrarla, conoscerla più profondamente e intensamente. Sia quella interiore, visibile a pochi, che quella esteriore, visibile ai più, ma solo in superficie.

La fotografia è per Antonella una espansione della propria capacità di percezione dell’essere, attraverso uno scavo costante nei dettagli dell’apparire, disvelatori di una dimensione più profonda dell’insieme fotografato. Dettagli che assumono senso in sé, in quanto rivelati attraverso il punto di vista fotografico, e forniscono senso al con-testo fotografato. Sia esso una stanza della Casa della Madre, carica di materiale affettivo, o una manifestazione politica all’Arena di Verona, carica di materiale simbolico.

L’arte di Antonella è, in certo modo, un tentativo di «correzione» dell’assioma di Saint-Exupéry – l’essenziale è invisibile agli occhi – rendendo ciò che è essenziale visibile all’occhio fotografico e dunque accessibile agli occhi che lo osservano in quanto immagine. Questa conoscenza ha, inoltre, un carattere maieutico che si esprime, in particolare, nei ritratti. La maieutica è l’arte della levatrice, come spiegata da Platone nei dialoghi socratici. Nei ritratti fotografici realizzati dell’artista – tanto in quelli dichiarati quanto, e forse soprattutto, in quelli «rubati» da distante – la maieutica si manifesta nella capacità di ex-trarre da ciascun soggetto umano ritratto il meglio di sé, la bellezza della propria umanità dispiegata. Che si manifesta attraverso tratti, espressioni, luminosità spesso inediti agli stessi soggetti fotografati. È una galleria di ritratti – costruita in tempi e situazioni differenti – che riconcilia ciascuno con se stesso e, tutti, con la propria e altrui umanità. Sono passaggi, insomma, di una personale weltanschauung artistica, della «visione del mondo» di Antonella, intesa sia come modo in cui l’artista guarda e vede il mondo, sia nella visione concessa agli altri del suo mondo interiore. [P. Pugliese]